In quanto doppio cittadino italo-svizzero per me è un onore speciale e un grande piacere parlare qui oggi e celebrare con voi questa importante festa.

Il 25 aprile l’Italia festeggia la liberazione del paese dal flagello del nazifascismo. Celebriamo i valori democratici e quest’anno in particolare i 75 anni della meravigliosa Costituzione della Repubblica Italiana. “La più bella del mondo”, come abbiamo imparato tutti dalle lezioni del maestro Roberto Benigni!

Festeggiamo la Liberazione e la Costituzione sapendo che l’attuale maggioranza politica a Roma e anche l’attuale governo hanno un rapporto complicato, direi penoso con questa festa e i suoi valori.

Trovo vergognoso, ad esempio, che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni (lei non vuole esser chiamata “la” Presidente) sia incapace di chiamare la Costituzione italiana per quello che è: profondamente antifascista!

Che lo è, lo si legge con semplicità nei primi due articoli.

Articolo 1, capoverso 1:

“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.”

E nell’articolo 2:

“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo (…)”.

Non c’è nulla di più antifascista della Repubblica democratica e della garanzia dei diritti umani. È da questa combinazione di scelta democratica e diritti per tutte e tutti che è emersa la più grande idea degli ultimi secoli. L’idea che tutte le persone sono libere e uguali.

Che non importa da dove provieni, quanto siano poveri o ricchi i tuoi genitori, quale sia il tuo genere, la tua identità o il tuo orientamento sessuale, il tuo colore della pelle, la tua religione o le tue convinzioni politiche. Tu hai la stessa dignità e devi avere gli stessi diritti e le stesse opportunità come tutti gli altri.

Questa è la promessa della Repubblica democratica, che naturalmente non è ancora raggiunta. Ma alla quale la comunità deve aspirare.

Le partigiane e gli antifascisti hanno combattuto per questa idea nella Resistenza.

Oggi a Cuneo il Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella ha detto molto chiaramente quale sia il legame interno tra la Resistenza antifascista e la Costituzione:

“È dalla Resistenza che viene la Costituzione, e la libertà. Il frutto del 25 Aprile è la nostra Costituzione. La Costituzione come risposta alla crisi di civiltà prodotta dal nazifascismo, stabilendo il principio della prevalenza della persona e delle comunità sullo Stato.”

Nel momento più drammatico della storia italiana, tantissime persone a prescindere dalle loro appartenenze politiche, culturali e religiose, hanno risposto prima di tutto alla loro coscienza per opporsi alla violenza, alla dittatura, all’ingiustizia. Si sono opposte al fascismo. In nome della libertà.

È questa disponibilità al sacrificio, una scelta rischiosa fatta come atto di amore per l’idea di democrazia che non dobbiamo mai dimenticare.

Non dobbiamo dimenticarlo anche quando pensiamo alle sfide del nostro tempo – anche fuori dall’Italia. Per esempio qui in Svizzera.

Quest’anno celebriamo i 175 anni della Svizzera moderna e quindi i 175 anni della prima costituzione almeno in parte democratica di questo paese. Sì, anche la Svizzera è uno Stato democratico che difende i diritti umani. Ma anche qui, come in Italia, ci sono forze che attaccano queste conquiste.

Anche qui ci sono forze che vogliono discriminare, opprimere e privare dei loro diritti le persone. Soprattutto le persone con una storia di migrazione lo vivono ogni giorno. E chi, se non la comunità italiana in Svizzera, conosce questa dolorosa esperienza di esclusione?

Un motivo in più per schierarci tutte e tutti dalla parte di coloro che sono discriminati a causa della loro origine! Non importa quale sia il loro status e se provengono dall’Africa, dal Medio Oriente, dall’Europa dell’Est o da qualunque altra parte del mondo. La loro dignità è anche la nostra dignità!

Ma vogliamo ricordare anche la nostra solidarietà con quelle persone e con quei popoli che lottano per la democrazia e i diritti umani nei loro paesi.

Per esempio, le donne iraniane che ogni giorno si oppongono al terribile regime dei Mullah e rischiano la vita con la loro protesta per difendere libertà e l’uguaglianza.

O l’opposizione turca che, nonostante la terribile repressione da parte del regime di Erdogan, sta conducendo una campagna elettorale difficilissima per ottenere quel cambiamento, che potrà rendere la Turchia dopo il 14 maggio uno Stato di diritto democratico.

O le donne e gli uomini ucraini che combattono, armi alla mano, per la libertà del loro Paese e per la loro autodeterminazione come popolo.

Proprio qui In Svizzera bisogna dirlo: in Ucraina non ci sono semplicemente due parti in guerra, tra cui bisogna restare neutrali. No, da una parte la Russia di Putin conduce un’aggressione imperialista e, almeno in parte, fascista per sottrarre delle terre e per opprimere un popolo. E dall’altra parte un popolo libero lotta per difendere il proprio futuro e la propria autodeterminazione. Se siamo seri riguardo al nostro antifascismo, in questo conflitto dobbiamo stare dalla parte della giustizia e del diritto internazionale. E quindi dalla parte dell’Ucraina.

Festeggiare il giorno della liberazione vuole dire non dimenticare chi nella Resistenza ha combattuto il nazifascismo. Le partigiane e gli antifascisti hanno combattuto per un’idea di libertà e dignità. E oggi, milioni di persone in tutto il mondo stanno tuttora lottando per questa idea. Non dimentichiamoli.

Evviva l’antifascismo, evviva il 25 aprile!

Discorso tenutosi alla festa della liberazione del comitato 25 aprile di Zurigo.

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